Il Giornale di Brescia non aggiornerà più la sua pagina Facebook.
“Una sorta di lockdown contro il virus delle maleparole” come lo ha definito la Direttrice Nunzia Vallini.

E afferma: “Ci siamo tirati fuori, in controtendenza e con convinzione. Troppe parole in libertà, troppi insulti, troppo astio… In gioco c’è la nostra identità che abbiamo il dovere, oltre che il diritto, di difendere. E con l’identità, anche il nostro modo di fare giornale: informazione di servizio – anche di denuncia se necessario – ma sempre nel rispetto delle persone.”

La notizia è stata ripresa da tutta la stampa nazionale, perché ha fatto scalpore. Sono parole forti e incisive, che però ci riportano al reale e vero potere della comunicazione e dell’informazione.

Il recente documentario su Netflix “The Social Dilemma” è stato un ulteriore segnale.  Lo stesso Facebook, a fine ottobre, ha introdotto alcune funzionalità con lo scopo di limitare e contenere alcune pubblicazioni borderline di natura politica e sociale.

E quindi ci viene spontaneo chiederci:

“IN QUALE DIREZIONE STIAMO ANDANDO NEL MONDO DELLA COMUNICAZIONE?”

Vi invitiamo a fermarvi pochi minuti e leggere i dati che ci riporta il 3°report 2020 AGCOM.

Secondo l’AGCOM, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, nel giugno 2020 sono stati 43 milioni gli italiani collegati ad internet nel giorno medio e 64 ore complessive trascorse, in media, al mese da ciascun utente navigando sul web.

Fonte: elaborazioni Autorità su dati Audiweb (Nielsen)

E se poi ci focalizziamo sul mondo dei social network, osserviamo che il social network più popolare in Italia resta Facebook (36,9 milioni di utenti), seguito da Instagram (27,7 milioni di utenti), LinkedIn (18,6 milioni di utenti), Pinterest (16,7 milioni di utenti), Twitter (10 milioni di utenti).

@gabriellagiudici.it

Umberto Eco qualche anno fa, al Festival della Comunicazione di Camogli, spiegava:
“Comunicare significa attivare nella mente di qualcuno qualcosa che c’è nella nostra mente e implica il trasporto volontario di un’idea da un’emittente a uno o più destinatari.”

In quale misura si applica alla realtà di oggi? Il mezzo modifica il messaggio?

Numeri, quesiti e scelte etiche. Un’antitesi davanti alla quale aziende, comunicatori e mezzi di informazione si trovano di fronte ogni giorno. Però un unico comun denominatore: la reale identità di aziende, brand, organi di informazione.

  • PREMIARE la qualità e non la quantità.
  • PREMIARE il medio-lungo periodo e non il breve termine.
  • PREMIARE lo sviluppo di contenuti, informazioni, notizie realmente utili senza dover necessariamente accendere la fiamma del dibattito.

Punti sui quali vale la pena riflettere e sui quali vale la pena lavorare.
Per fare in modo che il mezzo non trasformi il messaggio.
Per dare valore alla comunicazione di qualità che rispetta i numeri e la loro importanza, ma non trascende l’etica per raggiungerli.

SEMINARE, COLTIVARE, DIFFONDERE. FORMARE ED ESSERE FORMATI ALLA COMUNICAZIONE. ANALOGICA E DIGITALE. QUESTA È L’ESSENZA. 
NON DIMENTICHIAMOCELO.

Noi siamo qui per costruire progetti attorno alle idee. Di qualità.

Vi aspettiamo per una chiaccherata.