La reputazione è un valore imprescindibile sia per i grandi brand che per le PMI.

Forse mai come in questa era, dominata dai canali social che consentono a chiunque, in qualunque momento e in qualunque parte del mondo, di esprimere il proprio giudizio su marche e prodotti, la REPUTAZIONE è divenuta un obiettivo fondamentale per tutte le imprese.

E questo vale per ogni tipo di azienda, di ogni dimensione e in qualunque mercato (B2C o B2B).

Da tempo, il Reputation Institute (organismo internazionale che conduce sondaggi e indagini nel mondo della produzione e del commercio internazionale) pubblica in collaborazione con la rivista Forbes un report annuale, il RepTrak®, che va a sondare quello che è il sentiment  globale nei confronti dei grandi brand e che viene poi ripreso a livello giornalistico in tutto il mondo.

Ne risulta una classifica che, di fatto, mette in fila i 100 grandi brand più affidabili, quelli che hanno conquistato la fiducia del pubblico e del mercato, quelli che, in sintesi, godono di una reputazione praticamente inattaccabile.

Ecco subito la Top Ten:

Qualche considerazione, quasi spontanea, su questa classifica e su questi brand che vengono considerati il meglio in termini di  etica, trasparenza e responsabilità sociale.

Innanzitutto, non possiamo non rilevare che al numero 1 c’è un costruttore di orologi, uno strumento cioè che ha subito l’attacco dei cellulari e delle loro multifunzioni ma che, nel caso di Rolex, conserva intatto il suo valore, fatto di lusso e di tradizione. Questo la dice lunga sulla forza di una reputazione inattaccabile e sulla qualità di una comunicazione che sa scegliere momenti e canali giusti (vedi la sponsorizzazione tradizionale del Torneo di Wimbledon e la scelta accurata e mai banale dei testimonial).

Ne risulta una classifica che, di fatto, mette in fila i 100 grandi brand più affidabili, quelli che hanno conquistato la fiducia del pubblico e del mercato, quelli che, in sintesi, godono di una reputazione praticamente inattaccabile.

Ecco subito la Top Ten:

Qualche considerazione, quasi spontanea, su questa classifica e su questi brand che vengono considerati il meglio in termini di  etica, trasparenza e responsabilità sociale.

Innanzitutto, non possiamo non rilevare che al numero 1 c’è un costruttore di orologi, uno strumento cioè che ha subito l’attacco dei cellulari e delle loro multifunzioni ma che, nel caso di Rolex, conserva intatto il suo valore, fatto di lusso e di tradizione. Questo la dice lunga sulla forza di una reputazione inattaccabile e sulla qualità di una comunicazione che sa scegliere momenti e canali giusti (vedi la sponsorizzazione tradizionale del Torneo di Wimbledon e la scelta accurata e mai banale dei testimonial).

Proseguendo, si nota l’assenza nella Top Ten di aziende “food & beverage” e … di aziende “made in Italy”!

I due argomenti sono connessi perché la prima azienda di questo settore è anche la prima azienda italiana in classifica. Stiamo parlando della Ferrero (e della Nutella, ovviamente …), che è al 19° posto assoluto e prima fra i brand dell’alimentare. Qualche giornalista ha fatto notare che questo risultato sembra farsene beffe di polemiche sull’olio di palma, diete e compagnia bella, a riprova della forza di questo brand (e della sua reputazione).

E l’Italia, in verità, domina il settore “food & beverage”. Oltre a Ferrero, in questo settore piazziamo Barilla al secondo posto (31° assoluto)  e Lavazza al quarto (38° assoluto). Altri brand nazionali nella Top 100: Pirelli (23°) e Armani (24°), poi … basta: 5 brand in tutto. Una precisazione: uno dei fattori alla base della classifica è il fatturato, per cui un brand come la Ferrari non compare solo per una questione di numeri di vendite.

Ricordiamo però che il RepTrak® è basato su oltre 230.000 valutazioni individuali ed è la fotografia più aggiornata al mondo sulla reputazione di oltre 7mila aziende che include valutazioni comparative, tendenze per target, approfondimenti sui trend di mercato. Proprio per questo, il risultato della new entry più positiva, ovvero Netflix, che va dritta dritta al 9° posto assoluto, si giustifica come riconoscimento ad uno dei brand più visibili del momento e anche, evidentemente, uno dei più credibili.

Fabio Ventoruzzo, vice president e consulting Director di Reputation Institute, commenta: “C’è un’aspettativa crescente che dovrebbe spingere le aziende verso un loro maggior attivismo sui temi rilevanti per consumatori e stakeholder sempre più disorientati. Il silenzio non è un’opzione perché oggi i consumatori vogliono conoscere chi c’è dietro i prodotti/servizi di un’azienda. Per competere (e vincere) nella Reputation Economy le aziende che vogliono farsi scegliere devono comprendere i cambiamenti nelle aspettative dei consumatori e metterci la faccia in prima persona”.        

La ricerca premia quindi l’impatto che il valore reputazionale ha sul business, essendo uno dei valori principali al quale le persone fanno riferimento quando scelgono di comprare un prodotto, raccomandare un brand, investire o lavorare per un’azienda.

Ecco perché, all’inizio di questa newsletter, sostenevamo che la reputazione è un valore importante per le aziende di tutti i tipi e di tutti i livelli. E la reputazione si costruisce con i fatti e con la comunicazione “giusta”, che agisce sia all’interno che all’esterno dell’azienda, sostenendo il business con la forza di un apporto esterno ma imprescindibile.

Quello che Ellisse fa per e con i propri clienti è proprio questo. Sia che si tratti di creare e promuovere concept di comunicazione, di attuare campagne di web marketing o di organizzare un evento, il fil rouge che lega tutti questi elementi, che lega Ellisse al proprio cliente e quest’ultimo al proprio mercato e al proprio business, è rappresentato dalla capacità e dalla forza di fare emergere il meglio di un prodotto/servizio e, soprattutto, di chi lo crea.

E TU, HAI MAI PENSATO ALLA TUA REALTÀ IN TERMINI DI “REPUTAZIONE”?