Si è celebrata a giugno la “Giornata Mondiale delle Fiere”, che ha visto l’organizzazione a Roma di un convegno dal titolo “Think Global, Act Local: il valore delle Fiere Italiane“.
I dati illustrati dicono che il comparto fieristico italiano è secondo in Europa dopo quello tedesco e quarto nel mondo per valore economico; le manifestazioni che si svolgono annualmente nei quartieri espositivi italiani sono circa mille, delle quali 200 hanno carattere internazionale, e muovono 200mila espositori e 22 milioni di visitatori.
Il dato viene dai 25 principali quartieri espositivi italiani, che rilevano anche per il 2017 un andamento positivo, con trend di miglioramento rispetto all’anno scorso.
E per quanto riguarda le imprese?
Anche qui i numeri sono positivi. Per le imprese che hanno partecipato alle fiere nazionali, è stato calcolato un volume d’affari pari a 60 miliardi di euro.
In termini di numero di espositori, si registra un incremento generale del 28%, risultato di molto migliorativo rispetto al 2016 quando il saldo era nullo. L’incremento si registra soprattutto sul fronte degli espositori italiani ed europei: meno dinamica invece la crescita degli stranieri extra UE. Positivi anche i dati relativi alla superficie occupata, con un saldo di +32% in significativo miglioramento rispetto allo scorso anno (+8%).
Fiera si o fiera no?
Visto che per più dell’80% delle piccole e medie imprese italiane “le fiere costituiscono l’unico canale di promozione internazionale, confermandosi leva strategica per l’internazionalizzazione, lo sviluppo degli scambi commerciali e la crescita del paese”, la domanda giusta da porsi non è “si o no”, quanto piuttosto “come“.
È fondamentale che la partecipazione preveda una serie di azioni strutturate nei 3 ambiti temporali:
- pre – che coinvolgano prospect e clienti;
- durante – in fiera l’azienda deve riuscire a trasferire tutto ciò che è, le sue potenzialità, i suoi punti di forza, e deve comunicare in modo chiaro ciò che vuole. Inoltre deve farlo in modo da differenziarsi dai competitor, spesso posizionati a pochi metri e da favorire la memorizzazione
- infine post, con una azione di lean nurturing che faccia convergere tutti i contatti aperti in fiera in binari differenziati per coltivare nel tempo i contatti e farli crescere e fruttare.
Può sembrare difficile o troppo impegnativo e lo è certamente se gestito internamente. L’outsourcing e la professionalità garantiscono il perseguimento degli obiettivi con continuità e la visone di dati con valutazione dei risultati.
Per questo una agenzia di comunicazione può fare la differenza fra una partecipazione blanda e una di successo. Noi di Ellisse siamo da sempre attenti al mondo “fiera” e addirittura, recentemente, con la nostra rete di imprese ASKE, siamo entrati nel novero dei partner che sostengono il rilancio di BRIXIA FORUM.
Ma non solo. In Ellisse, abbiamo pensato e strutturato un kit specifico di servizi mirati alla partecipazione alle fiere.
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